La Storia

Il territorio in cui opera il nostro Istituto a partire dagli anni ’80 ha vissuto  dei cambiamenti significativi. Tra gli anni ‘60 e ‘70 si è registrato il superamento della cultura rurale, basata prevalentemente sulla sussistenza; le produzioni agricole, in quegli anni, sono state praticate con criteri produttivi nuovi in funzione delle richieste del mercato. Il paese ha conosciuto decenni di produzioni oli-vinicole particolarmente redditizie e, più tardi,  dagli anni ’80, floro-vivaistiche. L’espandersi delle attività ha richiamato forza lavoro straniera, in particolare proveniente dall’Albania ma anche da altri stati, soprattutto dell’Est Europa. Contestualmente, si è assistito ad un progressivo aumento delle attività del terziario e, nell’ultimo decennio, ad una consistente affermazione delle attività legate al turismo soprattutto estivo, come in tutto il Salento. Ora che il sistema economico e sociale è investito da un processo di ridimensionamento, diversificazione e spesso riconversione delle attività economiche, quelle istanze che avevano generato una domanda generica di acculturazione e preparazione di base, scarsamente orientante, lascia il posto all’esigenza di una preparazione attenta all’ambiente sociale, alla nascita di nuove attività produttive nell’ambito del terziario, alla conversione ecologica per salvaguardare i beni materiali e immateriali di un territorio che riscuote notevoli apprezzamenti dagli abitanti e da un nuovo turismo, attento all’ambiente e alle bellezze naturalistiche, i quali offrono anche un possibile impulso economico. Le attività si incentrano, inoltre, sulla  produzione e la gestione di energia alternativa o integrativa al petrolio e l’allestimento di strutture economiche capaci di valorizzare le piccole economie locali di qualità esistenti nel nostro territorio. Osservando alcuni dati statistici forniti da ISTAT appare chiaro che:

  • l’immigrazione nel Comune è indispensabile per rallentare il fenomeno della diminuzione e dell’invecchiamento della popolazione
  • l’immigrazione è in aumento; i paesi di provenienza degli immigrati evidenziano l’aumento della multiculturalità. In particolare si sono aggiunti recentemente dei bambini cinesi
  • lo status socio economico e culturale delle famiglie degli studenti (ESCS) risulta di livello basso e una percentuale di alunni superiore alla media ha entrambi i genitori disoccupati

Queste istanze non possono essere trascurate nell’individuare i reali bisogni formativi degli studenti dell’Istituto comprensivo di Taviano. La scuola si costituisce come ambiente intenzionale d’apprendimento, attento alla dimensione affettiva, relazionale e cognitiva del bambino. Essa rappresenta lo specchio di una società in continuo mutamento ed è testimone del passaggio da uno scenario relativamente stabile ad uno in continuo mutamento.

E’ vero: gli ambienti in cui oggi la scuola opera sono più ricchi di stimoli, ma sono anche più contraddittori. Alla scuola si chiede di supplire alle mancanze e alla perdita di orizzonti educativi della società dove non avviene più quella sapiente ripetizione di esperienze che accompagnavano lo sviluppo: figure adulte  stabili di riferimento, giochi che si trasmettevano di generazione in generazione, riti di passaggio graduati per età caratterizzati da prove vere di vita, ascolto di storie e memorie raccontate, insomma la vita fatta di ripetizioni confortanti da parte di persone e generazioni diverse. C’era l’ “apprendimento largo” che affiancava quello che avveniva a scuola laddove si approfondivano e si consolidavano gli apprendimenti attraverso la scrittura e il calcolo senza, però, sminuire quel piano primo dell’imparare.

L’Istituto Comprensivo Statale (I.C.S.) nasce nell’a.s. 2012/2013. La sua creazione ha permesso di offrire alla popolazione scolastica di Taviano un’istruzione più organica. Infatti la generalizzazione degli Istituti Comprensivi, che riuniscono scuola d’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, crea le condizioni perché si affermi una scuola unitaria di base che prenda in carico i bambini dall’età di tre anni e li guidi fino al termine del primo ciclo di istruzione e che sia capace di riportare i molti apprendimenti che il mondo oggi offre entro un unico percorso strutturante.